Degustazioni online: 9 spunti sul perché e come farle (bene)!
Quali sono gli obiettivi di un’azienda vinicola, un produttore di birra o di olio quando organizza una degustazione dei propri prodotti? È educare, promuovere, vendere?
E qual è l’impatto ora che la maggior parte delle degustazioni viene eseguita virtualmente, alle volte senza che i partecipanti abbiano accesso ai campioni? La domanda principale, in realtà, dovrebbe essere: perché si fanno le degustazioni?
Da un lato portare il turista sulla porta dell’azienda e raccontare la propria storia, educandolo e facendogli conoscere meglio il vino, l’olio, il formaggio o la birra ha un indubbio effetto sulla vendita e sulla fidelizzazione, ma il vero motivo per cui la maggior parte delle aziende organizza degustazioni online è perché è quello che fanno tutti gli altri. Tuttavia, ora che il contatto “fisico” con il consumatore si è quasi azzerato (e non sappiamo se e quando potrà riprendere come nel recente passato), la domanda su quale sia oggi l’obiettivo aziendale da raggiungere attraverso le degustazioni è cambiata.
L’obiettivo non deve essere solamente vendere alcune bottiglie o confezioni ai partecipanti o educare, anche se ciò può farne parte, bensì influenzarne il comportamento a lungo termine: una degustazione online di successo non è quella in cui i partecipanti scelgono il loro vino preferito o hanno appreso qualcosa sulla produzione dell’olio EVO, bensì quella che lascia un’impressione duratura e cambia il modo in cui i partecipanti si comportano nel futuro in relazione al marchio. In altre parole, quando i consumatori acquistano e ne reclutano costantemente altri, allargano le opportunità commerciali, ispirano i loro amici e colleghi, aiutano a costruire il marchio attraverso l’interazione con i consumatori.
Come ottenerla? Leggevo in questi giorni un post con i suggerimenti dell’ex responsabile dell’educazione del marchio di lusso dello Champagne Krug, Christoffer Wahlberg, sui diversi passaggi che devono entrare in gioco in una degustazione e che ho leggermente adattato.
- Costruire l’esperienza di degustazione attorno al marchio, non intorno al prodotto
- Non fare mai degustazioni alla cieca
- Non concentrarsi sugli attributi del prodotto come le note di degustazione
- Creare un viaggio emotivo attraverso lo storytelling (brand, personal, business)
- Fare in modo che i partecipanti si sentano attivi, piuttosto che ascoltatori passivi
- Ascoltarli mentre raccontano la loro storia
- Rendere memorabile e unica l’esperienza, qualcosa che non hanno mai avuto prima
- Coinvolgere tutti i sensi
- Invitarli a mettere in pratica il comportamento desiderato attraverso “mini-laboratori” e giochi di ruolo
Quasi tutti questi passaggi possono essere eseguiti virtualmente/digitalmente e non è necessario che i partecipanti dispongano di campioni. Ma se anche si inviano bottiglie o altri prodotti, bisogna tenere presente quale focus deve avere la degustazione e quali obiettivi si intendono perseguire per renderla efficace dal punto di vista del marketing e del branding, non solo delle vendite a breve termine.
Quali sono gli obiettivi di un’azienda vinicola, un produttore di birra o di olio quando organizza una degustazione dei propri prodotti? È educare, promuovere, vendere?
E qual è l’impatto ora che la maggior parte delle degustazioni viene eseguita virtualmente, alle volte senza che i partecipanti abbiano accesso ai campioni? La domanda principale, in realtà, dovrebbe essere: perché si fanno le degustazioni?
Da un lato portare il turista sulla porta dell’azienda e raccontare la propria storia, educandolo e facendogli conoscere meglio il vino, l’olio, il formaggio o la birra ha un indubbio effetto sulla vendita e sulla fidelizzazione, ma il vero motivo per cui la maggior parte delle aziende organizza degustazioni online è perché è quello che fanno tutti gli altri. Tuttavia, ora che il contatto “fisico” con il consumatore si è quasi azzerato (e non sappiamo se e quando potrà riprendere come nel recente passato), la domanda su quale sia oggi l’obiettivo aziendale da raggiungere attraverso le degustazioni è cambiata.
L’obiettivo non deve essere solamente vendere alcune bottiglie o confezioni ai partecipanti o educare, anche se ciò può farne parte, bensì influenzarne il comportamento a lungo termine: una degustazione online di successo non è quella in cui i partecipanti scelgono il loro vino preferito o hanno appreso qualcosa sulla produzione dell’olio EVO, bensì quella che lascia un’impressione duratura e cambia il modo in cui i partecipanti si comportano nel futuro in relazione al marchio. In altre parole, quando i consumatori acquistano e ne reclutano costantemente altri, allargano le opportunità commerciali, ispirano i loro amici e colleghi, aiutano a costruire il marchio attraverso l’interazione con i consumatori.
Come ottenerla? Leggevo in questi giorni un post con i suggerimenti dell’ex responsabile dell’educazione del marchio di lusso dello Champagne Krug, Christoffer Wahlberg, sui diversi passaggi che devono entrare in gioco in una degustazione e che ho leggermente adattato.
- Costruire l’esperienza di degustazione attorno al marchio, non intorno al prodotto
- Non fare mai degustazioni alla cieca
- Non concentrarsi sugli attributi del prodotto come le note di degustazione
- Creare un viaggio emotivo attraverso lo storytelling (brand, personal, business)
- Fare in modo che i partecipanti si sentano attivi, piuttosto che ascoltatori passivi
- Ascoltarli mentre raccontano la loro storia
- Rendere memorabile e unica l’esperienza, qualcosa che non hanno mai avuto prima
- Coinvolgere tutti i sensi
- Invitarli a mettere in pratica il comportamento desiderato attraverso “mini-laboratori” e giochi di ruolo
Quasi tutti questi passaggi possono essere eseguiti virtualmente/digitalmente e non è necessario che i partecipanti dispongano di campioni. Ma se anche si inviano bottiglie o altri prodotti, bisogna tenere presente quale focus deve avere la degustazione e quali obiettivi si intendono perseguire per renderla efficace dal punto di vista del marketing e del branding, non solo delle vendite a breve termine.